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Da lufada de vento até cidadã honorária. Essa é Efigênia

Para os curitibanos ela é a popular Rainha do Papel de Bala

Efigênia Rolim é a mais nova cidadã honorária de Curitiba.  Uma artista plástica autodidata, sem dúvida, que utiliza  lixo reciclável para compor suas obras. Certamente a sua criatividade é reinventada todos os dias na medida em que descobre mais e cada vez mais geringonças que a indústrias produz e o homem consome.

A partir daí constrói universos próprios com papéis de balas e elabora com lixo industrial mirabolantes vestuários cênicos e instalações incríveis. Uma personalidade única, excêntrica, genial, que marca presença em diversos eventos culturais pelo Brasil afora.

Livro

Homenagem merecida e justa para quem prega a proteção do planeta e transforma o “lixo em arte”. A história desta artista é contada no livro  “A viagem de Efigênia Rolim nas Asas do Peixe Voador”, da jornalista Dinah Ribas. O encontro das duas se deu na década de 90 quando Efigênia procurou Dinah para ajudá-la expor seus trabalhos.

Por ocasião do lançamento do livro, em 2012, o jornalista Paulo Camargo escreveu sobre evento e no texto compara a história de Efigênia como algo que se assemelha a uma obra de realismo fantástico. O livro, segundo ele, é uma caprichada obra, definida pela autora como “uma grande reportagem ilustrada, que busca dar conta da trajetória pessoal e dos tortuosos caminhos percorridos pela arte desafiadora de uma criadora ao mesmo tempo ingênua e genial”.

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Dinah conta em seu livro como a artista começou a criar com o papel de bala.

No início dos anos 1990, Efigênia Rolim andava pela Rua XV de Novembro, quando perto do bondinho, foi surpreendida por uma lufada de vento, acompanhada por um redemoinho, que jogou aos seus pés papéis de bala lançados à calçada. De um deles, verde, reluzente, que ela achou parecido com uma pedra preciosa, ela fez uma flor – ou teria sido um passarinho?.

A velha senhora, então com um pouco mais de 60 anos, gostou tanto da sensação de transformar os invólucros em figuras que nasciam de sua imaginação, que logo procurou um suporte para suas criações, e o encontrou em uma sandália havaiana, também largada na rua. Nesse suporte de borracha criou sua primeira árvore de sonhos, feitos a partir de material reciclável, e ali nascia, como ela mesma gosta de contar, ‘a rainha do papel de bala pé de chinelo’, que ganharia o mundo com suas criações e sua personalidade singular”.

Olhar Crítico

Efigênia Rolim não é curitibana e sim mineira que adotou Curitiba como sua cidade desde a década de 60. Na capital paranaense ela se tornou artista popular autodidata, escultora, poeta, contadora de histórias e estilistas, inspirada pela lufada de vento, conforme relato do livro de Dinah. Recebeu o Prêmio de Culturas Populares do Ministério da Cultura, assim como a Ordem de Mérito Cultural do Brasil, honraria destinada a alguns artistas de destaque nacional pela excelência de sua obra. Reconhecida como a Rainha do Papel de Bala, por utilizar principalmente papel de bala nas suas esculturas, é tema de variadas produções acadêmicas nos cursos de Artes Visuais e Antropologia de diversas universidades brasileiras.

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Certamente  a arte de Efigênia representa a máxima de sua liberdade interior. O olhar da artista ultrapassa a dimensão do real e não mais identifica papel de bala como  invólucro de um doce saboreado por alguém, mas lhe dá significado, um pássaro, uma pedra ou o que será? Ela faz o plástico virar flor como da Santa Árvore (2000), a boneca velha adquirir dignidade ao cavalgar no garboso cavalo reconstituído com latas, papeis e geringonças. É na loucura lúcida que Efigênia Rolim reina absoluta e com sua arte faz o velho, o feio, o inútil renascer belo. Vale apena conferir e embarcar neste voo visitando sua página no Facebook.

 

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Delights

“The function of the beauty, Freud introduces by psychoanalysis. It is something that we repel and that affects the ‘essential ignorance’ a ‘non so che’ – the unknown. Something different, involuntary, which is the essential attraction about this resistance”

Maria Letizia Proietti

Marcas da vida nas mãos que contam história. Foto por Mari Weigert
Marcas da vida nas mãos que contam história. Foto por Mari Weigert
Janela indiscreta. Foto por Mari Weigert
Janela indiscreta. Foto por Mari Weigert

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Dolorosa paisagem...
Dolorosa paisagem…

 

Pássaro de 7 cores, Itapoá, Santa Catarina. Foto por Mari Weigert
Pássaro de 7 cores, Itapoá, Santa Catarina. Foto por Mari Weigert

Omaggio a Marie

 

Curitiba/Ponta-Grossa, ai giorni nostri. Ventunesimo secolo
Tributo a Marie

È interessante fare attenzione che i talenti, i difetti, i estigma rimangono in una famiglia, molte volte da generazione in generazione, e sono chiamate dagli psicologi come legami transgenerazionali.

Il libro “I miei antenati”,della psicologa junguiana, Ane Schtzenberger Ancelin, che fa uno studio dei miti di famiglia, conclude che c`è, infatti, dimostrato legami transgenerazionali.

Il segni nel cuore

Scientificamente approvato o non, è certo che Marie ha lasciato dei segni nel cuore della famiglia. Un legato eterno. Veramente eterno perchè principalmente i suoi nipoti, come Eno Theodoro (che si è dedicato alla ricerca di dettagli sull’arrivo di immigrati tedeschi in Paranà e ha scritto un libro su di esso), ha raccontato la storia della famiglia, per cui in questo momento, Marie ha trovato spazio per rimanere nel tempo.

La forma che Eno ha incontrato per conquistare il suo pubblico è stato “sui generis”, considerando la sua sensibilità poetica e la sua facilità a scrivere dei racconti. Ogni libro è stato pubblicato con le proprie risorse e inviato ad amici e contatti, anche la spedizione già pagata ancora con il diritto di una dedicatoria.

Quando ha pubblicato il libro sull’immigrazione, Eno ha confessato che gli piaceva così tanto essere ingegnere come essere uno scrittore e poeta. Tuttavia, per mantenere se stesso ha dovuto lasciare Ponta Grossa, dove era nato, e fare un concorso nella Petrobras (Compagnia di Petroleo Brasiliana) per lavorare come ingegnere perché nelle piccole città “nessuno crede che un ingegnere-poeta è capace di costruire una casa”.

Molti dei discendenti di Marie hanno accettato l’eredità e hanno ricevuto il segnale!

La famosa scrittrice brasiliana Lygia Fagundes Telles, che è stata la terza donna a prendere una sedia dell’Accademia Brasiliana di Lettere – 12 maggio 1987, definisce in una frase quello che si sente quando si scrive un libro. “La parola funziona come un ponte, che lo scrittore lancia al suo vicino. La lancio e dico: Vieni.”

Capisco Lygia!

Costruo i ponti con le parole e mi conduco sempre, semplicemente perché ho ricevuto questo “gusto”, questo stimolo, seguendo le orme di Marie. Ho ricevuto da lei un legato eterno!

Così è per te, Marie – mia bisnonna – che dedico questa storia e le parole in essa contenute, rafforzando le strutture del nostro ponte e tramando la tua eredità, e quindi unite, saremo insieme continuamente l’ ampliare il ponte e dire a tutti, venite…

Curitiba, settembre 2008Mari Weigert

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Il viaggio di Marie in Brasile. Parte II

Breslavia. Secoli XIX e XX – 1879 a 1943

Quando ho completato otto anni mio padre ha viaggiato in Brasile. La famiglia viveva a Breslavia accanto ai miei nonni per parte della mamma che erano macellai, Augusto Hanzel e Carolina Koler. Un dato singolare: mia nonna ha fatto attenzione di scrivere tutti i nomi e dati di nascita dei suoi 11 figli, in un libro degli inni della chiesa che la frequentava. Lei è stata vedova e già aveva 11 figli, dopo si è sposata di nuovo e questa volta non ha avuto figli.

Donne forti

Erano donne forti queste che sono vissute nel mio secolo, tra cui questo gruppo fa parte mia madre, Anne Pauline, che era piccola di statura, fragile, ma molto coraggiosa! La nostra vita in Germania non era male. Era semplice e sicuramente molto più comoda rispetto alla grande avventura che abbiamo passato, fino quando ci adattiamo e raggiungiamo la stabilità sufficiente per vivere meglio in Brasile

Infatti, cosa è successo in realtà, è che la mia mamma, troppo irruente, mai si è conformata di vivere lontano dal mio padre. Lei aveva già in mente la voglia di venire al suo incontro sin dall`inizio. Poi mio padre sempre occupato da fare il suo lavoro con i rivetti, si è dimenticato di scrivere e l`ha lasciata senza nessuna notizia durante mesi in che è vissuto solo in Brasile.

Certamente questo ha contribuito ad aumentare la sua ansia di incontrare papà. Nulla fece rinunciare dell’idea, né il fatto di consegnare tutti i suoi risparmi che ha fatto mesi prima a suo fratello che aveva aggredito un soldato prussiano, e che bisognava fuggire dalla Germania. Invece, ha lavorato con ancora più energia, follemente, vendendo “broas”1ad alzare ancora più soldi e sbarazzarsi di tutto e di prendere i loro figli e a bordo di un nave, si giocare nella più pazza avventura della sua vita, che ha fatto mai tornare a vivere nella sua patria e mai incontrare i suoi genitori.

Spavento

Siamo arrivati all` accampamento della ferrovia prima di raggiungere un anno di lavoro di papà nel posto. E ‘stato indescrivibile lo spavento quando ha visto Anne Pauline e la sua prole arrivando per restare con lui.

Tu lo sai già, dalle storie che tu hai sentito da tuo padre, le situazioni inimmaginabili che abbiamo trascorso nel nostro adattamento dalla mia infanzia al matrimonio. In circa sette anni vivendo in Brasile, ho guadagnato più sei fratelli. Mia quinta sorella è nata, nove mesi dopo che noi siamo arrivati all`accampamento, era tardi della notte quando pioveva troppo, cadeva l’acqua dal cielo senza finire mai, pioveva di tale forma che fino dentro della casa e nel letto della mamma, le donne hanno aperto un ombrello su di lei per la proteggere dalle grondaie, perché la nascita fosse tranquilla.

Forse questa esperienza prematura ancora molto bambina con le responsabilità famigliari per aiutare la mamma nelle faccende domestiche, mi ha fatto in grado di affrontare un matrimonio così presto. Edward è stato sempre un uomo di temperamento chiuso, però molto buono. Nelle riunione di famiglia sempre ricordava la mia sculacciata in tono di scherzo e giocava con me e raccontava ai nostri figli. Abbiamo avuto otto.

Prole grande

È stata una prole così grande che una volta, in uno dei viaggi in treno, sono dimenticata di uno, perché non ho fatto il conto come al solito nel ritorno di un giro, dopo uno spuntino, per sapere se tutti i figli erano li. Ho lasciato uno nella stazione. Questa situazione è stata un disturbo totale fino a quando abbiamo incontrato il mio bambino in lacrime.

Edward è sempre stato un uomo intelligente, una mente creativa, ha aiutato la costruzione di più due linee ferroviarie, oltre quella di Curitiba / Paranagua. Dopo questo lavoro andiamo a vivere a Curitiba, Rua Cândido de Abreu, accanto alla macelleria di mia madre. Mio marito ha aperto un negozio di fabbro e produceva anche coltelli industriali, utilizzando un segreto di tempra d’acciaio che stava nella famiglia da secoli.

Sempre ho pensato che Edward era poco riconosciuto nella sua opera sulla rete ferroviaria. Quando era capo dei lavoratori di Ponta Grossa ha progettato una macchina a vapore, la “Hildinha”, che l`ha mostrata in una festa tra amici. Mi ricordo che loro hanno detto: finalmente il valore del nostro amico Edward sarà riconosciuto!

Ma Intanto, così non è successo. Ewald Krüger, il suo capo, mai ha citato nei suoi scriti il nome del creatore e produttore del veicolo. Attribuisce a si proprio l’invenzione.

Nonostante mia poca pratica all’inizio del matrimonio, ho la coscienza chiara di che ho giocato bene dal mio ruolo di madre, moglie e compagna.

Sfide

Come potete vedere, non sono vissuta invano. Le pagine della mia vita sono state piene di fatti, storie, lotte e sfide. Ho aiutato molti dei miei nipoti a nascere, ho avuto tanto impegno a questo compito divino che in tre giorni ho potuto assistere a tre nascite, una nipote e un nipote a Curitiba, e salvare un’altra vita, Eno Theodoro, a Ponta Grossa.

Eno è nato secondo l’ostetrica, morto con il cordone ombelicale avvolto intorno al collo. Uno schiaffo, bene, che ho dato sul suo culo ha fatto risvegliare alla vita e salvarsi da asfissia causata dal cordone. Forse, la mia anima sapeva che il ragazzo aveva già catturato il mio segno. È stato un ingegnere uguale a suo nonno e anche un scrittore e poeta.

Ho salvato la sua vita e lui ha salvato la nostra storia scrivendo un libro. Capisci! Com’è meraviglioso questo!.Ha scritto non uno, molti….certamente una grande allegria per me che sempre mi è piaciuto leggere.

1  broas – pane nero ampiamente utilizzato tra gli immigrati, che utilizza grano, shorot, e segale.