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Le mani. ‘Un immagine vale più di mille parole’

La foto delle mani dice tutto per sé propria. È tanto significativa che parla senza dire niente!

Mani femminili, senza vanità. Solo l’alleanza d’oro per ricordare la promessa che ha fermato un giorno con il suo compagno: vivere fino alla morte li separa. Così è quello che sento nel mio sguardo creativo mentre discretamente faccio la foto. Mai… mai volevo ritirare della signora in viaggio il suo riposo!

Non sono certamente le mani futili e senza una storia forte di vita. Loro rappresentano nelle vene che saltano in linee sinuose sotto la pelle tutta la forza che ha usato per piantare, forse, lavare, fare il cibo, cullare i figli o li accarezzarono.

Sarà che lei avrà tempo per la tenerezza?

L’immagine vale più da parole

Questa immagine delle mani vale più di mille parole, senza dubbio. Mi sono ricordato di questa frase perché si parla nel film ‘Words and Images’, con Juliette Binoche e Clive Owen, entrambi eccellenti artisti e un grande film. È un racconto  della strana sfida tra parole e immagini all’interno di un college del New England. Lei è l’artista e lui un insegnante di letteratura.

Sebbene sia io appassionata per  le parole e la uso con fervore e intensità sempre in miei scritti, riconosco che l’immagine delle mani è forte e ne passa subito passa nella nostra mente la idea di una donna in cui la vita non è stata facile.

L’uomo delle caverne

L’immagine era la prima forma di comunicazione dell’uomo. La parola è venuta con l’evoluzione della sua psiche. La parola viene dalla rappresentazione  dall’immagine, sebbene entrambi siano sullo stesso livello  dell’importanza in questa era.

Ispirata nella storia della parola ho creato il nome del sito: PanHoram (arte).  Etimologia. “La ricostruzione degli etimi, sostanzialmente stimolata da processi associativi spontanei, sia che venga poi perseguita con rigore scientifico, sia che, al contrario, si appoggi su arbitrarie giustapposizioni di forme o di significati”. Google.

Ho fatto il contrario. Ho studiato da dove proveniva la parola panorama: dal greco. Pan, il tutto. Horam, visione. La “visione del tutto”. Nella traslitterazione  ha diventato panorama.

“Di proposito, quando torniamo alle origini della parola panorama (la visione del tutto), sottolineiamo l’importanza dell’etimologia e uniamo l’arte, perché è anche la visione del tutto in senso creativo.”

L’immagine del Brasile

La foto è stata scattata cinque anni fa all’interno del furgone che mi ha portato a Pipa, famosa spiaggia vicino a Natal, nel Rio Grande do Norte, nord-est del Brasile, dove l’indice di povertà del popolo è alto. Era un trasporto collettivo  che portava persone dalla comunità e non turisti. Quasi sempre persone semplici che non potevano pagare molto.

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Quella signora che era seduta alla mia destra, vestita semplicemente con un sandalo in piedi, rappresentava l’immagine delle persone in uno Brasile escluso . È l’immagine del Brasile escluso, si, con i suoi politici corrotti che sono in grado di rubare i pasti scolastici, a partire dell’acquisto sopravvalutato. Un Brasile dove vivano 50 milione di persone in povertà assoluta.

 

 

  • Mari Weigert è una giornalista. Si è perfezionata in Storia dell`Arte Moderna e Contemporanea dalla Scuola di Musica e Belle Arte del Paraná. Ha fatto lezione in critica d’arte con Maria Letizia Proietti e Orieta Rossi, alla Sapienza Università di Roma, come alunna singola. “Credo nelle parole ben pronunciate o “benedette”, ciò ben scritte, educando, seducendo per loro significati, per emozione, informando sull’arte della vita manifesta nei rapporti affettivi, creazione artistica, luoghi, natura e nell’energia dell’Universo”.

 

 

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