Ninfee, Water liles - 1916-1919. Claude Monet
Foto por Mari Weigert (Roma )

Propósitos 2019

Começamos um novo ano e novamente queremos fazer aquela lista de planos que nunca terminam de se cumprir. Eu mesma todos os anos me coloco vários desafios. Seja voltar a estudar Francês ou Italiano, ou mesmo, começar algum esporte novo, ou ler mais livros.

Esse ano, aparte de todos esses objetivos, queria colocar um desafio mais importante. O desafio da vida. Os começos e fins de anos nada mais são que datas para lembrar sobre a perenidade do tempo. Não são datas para lembrar o que não foi feito e aquilo que se gostaria fazer… ou melhor, até são; só que com um ponto de vista muito mais profundo. Assim como o ano, a vida acaba.

E quem sabe, melhor que estar fazendo planos sobre as viagens que faremos e os livros  a ler, por que não fazer planos muito mais singelos e factíveis. Comecemos o ano abrindo um sorriso todos os dias de manhã. Lembremos que um dia novo começa e que a melhor forma de começar senão com um sorriso. Comecemos um ano propondo-nos a dizer muito mais por favores, com licença e obrigados. Mostremos ao outro agradecido que estamos de tê-lo ao lado.

Comecemos o ano fazendo mais que pedindo. Repartamos abraços, sorrisos, gestos de generosidade. Sejamos elegantes no trato, confidentes com a mirada, afetuosos.

Comecemos o ano repartindo elogios. Dizendo que bonito um ou outro está; comentando o que admiramos no outro, o que nos chama atenção, o que gostamos, admiramos. Explicar as pessoas porque somos amigos, parceiros, companheiros apesar dos pesares. Explicar que a caminhada é dura, mas também suave e bonita e, quem sabe, muito mais amena, do lado daquele que se ama.

Comecemos o ano tomando cafés com aquele amigo que faz anos que não vemos. Imagina que delicia seria começar 2019 com aquele amigo que não vemos faz anos, poder sentar e tomar um cafezinho, aproveitar uma boa hora colocando o papo em dia.

Comecemos o ano reservando horas para fazer aquilo que a gente quer e se propôs. Não aquele objetivo impossível de ir a academia e perder 10 quilos. Mas sim aquela hora que você gostaria de dispor todas as semanas para ir ao parque, ir ao cinema, ler, estar relaxado, e fazer aquilo que você gosta sem preguiça. Todos nós precisamos de horas assim por semana. Porque não colocar como objetivo primordial de 2019, tempo para si.

Comecemos 2019 com o pé direito em ações, atitudes e gestos. Comecemos repartindo amor, confiança, ilusão ao próximo para colher sorrisos, abraços e alegrias. Nem tudo será um mar de rosas. Na verdade muito poucas coisas são. Mas também é certo que são nossas atitudes diante da vida que determinam o feliz ou infeliz que pode ser nossa estância nesse planeta.

Por quê não fazer as coisas mais fáceis?! A vida já esta cheia de momentos difíceis e complicados. As vezes depende muito de nós mudar o rumo de nosso humor; parar, respirar e destilar alegria as pessoas que necessitam.

Comecemos 2019 com um propósito único de sermos felizes, de viver o máximo possível todos os dias que se aproximam e que nossa felicidade se reconheça no nosso semblante, na nossa forma de ver o mundo, e de viver cada dia como se fosse único.

Hidden Sun - Obra de Zilvinas Lanzbergas, Bienal de São Paulo 2018, un sguardo fatto da una parte che si vedi la natura nel Parco Ibirapuera. Un sguardo di Marcovaldo.

Cosa da leggere quando cambia le stagione

Attenzione ai lettori voraci!…Attenzione a tutti coloro che amano leggere libri sulla vita quotidiana e la semplicità del bello. Attenzione chi ama la letteratura e chi non ha ancora letto nulla di Italo Calvino. Suggerisco di metterlo nella sua lista; a proposito … lo mette nel top della lista!

Un libro di Italo Calvino è arrivato nelle mie mani mentre ancora studiavo l’italiano, ciò perché volevo essere in grado di leggere alcuni autori nella lingua originale. La mia insegnante, Alexia, poi mi disse che se volevo leggere uno scrittore che scriveva molto bene in italiano, dovevo leggere Italo Calvino.  Lei ha dimenticato di raccontarmi del meraviglioso mondo che ero per scoprire quando una delle storie di Calvino è arrivata a me.

Marcovaldo

Lì ci sono Calvino, Marcovaldo e me. Cercando nella grande città la poesia che nasconde. Chi è Marcovaldo? Marcovaldo è il personaggio principale del romanzo che si intitola con il suo nome. Marcovaldo è l’uomo semplice della grande città. Colui che nessuno parla, nessuno ha visto; che si nasconde dietro milioni di ragazzi della classe operaia nel mio e nel suo paese.

Come Calvino lo descrive; Marcovaldo è un’anima semplice, un grande padre di famiglia che a volte lavora come muratore o come commerciante di un’azienda. Malcovaldo viene dalla campagna o è questo che capiamo. Perché la poesia in prosa di questo libro di Calvino riguarda proprio quei piccoli dettagli che un padre della famiglia operaia e sofferente può trovare in città.

E così il libro inizia:

“Nel mezzo della città di cemento e asfalto, Marcovaldo va alla ricerca della natura. Ma c’è ancora? Ciò che trova è una natura dispettosa, di proposito, impegnata nella vita artificiale. ”

E così guardo tutti i giorni per questa città, quella che vivo. Proprio come una volta avevo guardato Curitiba. Sembra che tra tanta casa, così tanto shopping, tanto parco a tema stiamo perdendo l’umanità delle città … le stiamo trasformando in mostri a favore dell’avanzata, a favore della logica postmoderna.

E dove sono rimaste i cittadini? Condannato a guidare un’auto senza marciapiede ?! Da entrare nei centri commerciali senza finestre e che nascondano l’uscita in modo che Lei venga perdersi in mezzo a così tanto consumo. Per molto tempo ho vissuto in questa dinamica. Nelle dinamiche americane tanto acclamate in Brasile.

E dove sono rimasti i cittadini? Condannato andare soltanto con la macchina in una città senza marciapiede ?! Entrare nei centri commerciali senza finestre e andare dentro senza trovare la via d’uscita in modo da perdersi in mezzo a così tanto consumo. Per molto tempo ho vissuto in questa dinamica. Nelle dinamiche americane tanto acclamate in Brasile.

Tredici anni fa che sono arrivata in Europa, in quella epoca tutto mi sembrava strano. Questa cosa di fare compra non in shopping, così nelle vie, andare da un posto all’altro senza una macchina, bere un caffè con gli amici, far pagare più tasse qualcuno che c’è una macchina. Qui ho visto l’umano che può essere una città.

Prendere metropolitano, camminare in centro, incontrarsi nelle caffetterie, trascorrere giornate piovose  in cinema (che si trova fuori centro commerciale, nelle vie) e nelle giornate di sole passare nel parco.

Qui ho visto che è necessario avere posti bellissimi, eleganti edifici e che vengano in armonia con la natura esistente. Altre città più umane. Questo è ciò che chiamiamo. Gli esempi abbondano: Bruxelles, Amsterdam, Amburgo, Lisbona, Roma, e la lista continua.

Vita artificiale di meno

Andando per le vie di Madrid, il municipio ha cercato di mettere frasi, una poesia in ogni passo della zebra. Proprio lì sull’asfalto, sul terreno … Mentre aspettiamo il segno, possiamo fermarci a leggere questa frase, questo pensiero, questa poesia …

Quindi, forse questa frase porta a un’idea, un pensiero che faccia sorggire dentro di noi un sguardo distinto di tutto quello che ci circonda.

Questa è l’idea del libro di Calvino. Dal mettere su un personaggio semplice, la possibilità di guardare una città come nessun’altra. Vedere la poesia e la grazia dove nessuno vedrebbe e prende la loro vita ingrata giorno per giorno meglio di molti che vivono comodamente.

“Questo Marcovaldo aveva un occhio che non era adatto alla vita della città: avvisi, semafori, vetrine, cartelli luminosi, poster, non importava quanto studiassero per attirare l’attenzione, non fermava mai il suo sguardo, che sembrava essere perso nelle sabbie del deserto. Appunto, non aveva una foglia gialla in ramo su albero, una piuma intrappolata in una terrazza non gli era mai sfuggita: non c’era una mosca sul dorso di un cavallo, una termite in un tavolo di legno, una corteccia di fico schiacciata sul marciapiede che Marcovaldo non osservasse e commentasse, scoprendo i cambiamenti delle stagione, i suoi i desideri più intimi e le miserie della sue esistenza “.

Marcovaldo è una lezione di vita per tutti coloro che non sanno vedere oltre l’ombelico che la vita è una poesia in sé. Marcovaldo è la prova che chiunque, per quanto umile, ha la capacità di vivere e condurre una vita piena di avventura e magia, e che non è necessario avere studi o essere intellettuale per godersi un tramonto, la crescita di una pianta o la luna piena in estate.

Masrcovaldo è contento dell’odore della cibo, dorme su una panca in estate, va al cinema in autunno e coltiva una pianta nell’ufficio del suo capo.

Marcovaldo è felice da vivere. Sto imparando con Marcovaldo … e con Calvino … quella felicità è ciò che decido e concedo potere …

Hidden Sun - Obra de Zilvinas Lanzbergas, Bienal de São Paulo 2018, un sguardo fatto da una parte che si vedi la natura nel Parco Ibirapuera. Un sguardo di Marcovaldo.

Sugestões de leitura para a passagem das estações

Atenção leitores de plantão. Atenção todos aqueles que adoram ler livros sobre a cotidiano da vida e singeleza do belo. Atenção a aqueles que amam a literatura e que ainda não leram nada de Italo Calvino. Sugiro colocar ele na sua lista; aliás… coloca no topo da lista!

Italo Calvino chegou nas minhas mãos ainda quando estudava Italiano, e queria poder ler alguns autores em língua original. Minha professora então me disse que se eu quisesse ler um escritor que escrevesse muito bem em italiano deveria ler Italo Calvino. Alexia, a professora, esqueceu de me dizer sobre o maravilhoso mundo que estava por descobrir quando um dos seus relatos chegou as minhas mãos.

Marcovaldo

Ali estava Calvino, Marcovaldo* e eu. Buscando na cidade grande a poesia que ela esconde. Quem é Marcovaldo? Marcovaldo é o personagem principal da novela que se titula com o seu nome. Marcovaldo é o homem simples da cidade grande. Aquele que ninguém fala, ninguém viu; que se esconde detrás de milhões de caras da classe trabalhadora do meu e do seu país.

Como Calvino próprio descreve; Marcovaldo é uma alma simples, um pai de família numerosa, que trabalha ora de pedreiro ora de recadeiro de uma empresa. Malcovaldo vem do campo, ou isso entendemos. Porque a poesia em forma de prosa desse livro de Calvino é justamente sobre esses pequenos detalhes que um pai de família sofrida, pertencente a classe trabalhadora, pode encontrar na cidade.

E assim o livro começa:

“No meio da cidade de cimento e asfalto, Marcovaldo vai em busca da Natureza. Mas, ainda existe? O que ele encontra é uma natureza rancorosa, contra propósito, comprometida com a vida artificial”.

E assim olho todos os dias para essa cidade.A que eu vivo. Assim como olhava outrora para Curitiba. Parece que em meio a tanta casa, a tanto shopping, a tanto parque temático vamos perdendo a humanidade das cidades… estamos transformando-as em monstros em pró do avance, em pró da lógica pós-moderna.

E onde ficou os cidadãos? Condenados a andar de carro numa cidade sem calçada?! A entrar em centros comerciais sem janelas e que escondem a saída para que você se perca em meio a tanto consumo. Durante muito tempo eu vivi nessa dinâmica. Na dinâmica americana tão aclamada no Brasil.

Obra de Zilvinas Landzbergas na exposição de Claudia Fontes. 33a Bienal de São Paulo. 06/09/2018 © Leo Eloy / Estúdio Garagem / Fundação Bienal de São Paulo. A obra vista em outro ângulo. Depende do olhar…

Menos vida artificial

Treze anos atrás, quando cheguei na Europa, tudo me parecia estranho. Essa coisa de fazer compra na rua, de andar de um lugar ao outro sem carro, de tomar café com os amigos, de fazer quem tenha carro pague mais e mais impostos. Aqui eu vi o humano que pode ser uma cidade.

Andar de metro, caminhar no centro, se encontrar em cafeterias, passar dias chuvosos do cinema (que está na cidade, não no shopping) e os dias ensolarados no parque.

Aqui eu vi que é preciso sim, ter lugares bonitos, construções bonitas e que elas entrem em consonância com a natureza existente. Cidades mais humanas. Assim a chamamos. Exemplos não faltam: Bruxelas, Amsterdam, Hamburgo, Lisboa, Roma, e a lista segue.

Andando pelas ruas de Madrid, a prefeitura tratou de colocar frases, uma poesia em cada passo de zebra. Ali mesmo no asfalto, no chão… Enquanto estamos esperando pelo semáforo, podemos parar e ler essa frase, esse pensamento, essa poesia…

Daí, quem sabe essa frase leve a uma ideia, a um pensamento que faça brotar dentro de nós um olhar distinto a tudo que nos rodeia.

Essa é a ideia do livro de Calvino. De colocar num personagem simples, a possibilidade de olhar para uma cidade como nenhum outro. De ver poesia e graça aonde ninguém veria e de levar dia a dia a sua vida ingrata melhor que muitos que vivem comodamente.

“Esse Marcovaldo tinha um olho pouco adequado para a vida da cidade: avisos, semáforos, vitrines, letreiros luminosos, cartazes, por mais estudados que fossem para atrair a atenção, jamais detinham o seu olhar, que parecia perder-se nas areias do deserto. Já uma folha amarelando num ramo, uma pena que se deixasse prender numa telha, não lhe escapavam nunca: não havia mosca no dorso de um cavalo, buraco de cupim numa mesa, casca de figo se desfazendo na calçada que Marcovaldo não observasse e comentasse, descobrindo as mudanças da estação, seus desejos mais íntimos e as misérias de sua existência”.

Marcovaldo é uma lição de vida para todos aqueles que não sabem ver além do umbigo que vida é uma poesia em si mesma. Marcovaldo é a prova que qualquer um, por mais humilde que seja tem a capacidade de viver e levar uma vida cheia de aventura e magia, e que não é preciso ter estudos ou ser intelectual para apreciar um por do sol, o crescimento de uma planta, ou a lua cheia no verão.

Masrcovaldo é feliz com o cheiro da marmita, com dormir num banco de praça no verão, com ir no cinema no outono e com o crescimento de uma planta que está no escritório do seu patrão.

Marcovaldo é feliz por viver. Eu to aprendendo com Marcovaldo… e com Calvino… que a felicidade é aquilo que eu decido e outorgo poder…

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Outono

O outono chegou na Europa. Na verdade já faz um tempo. Demorei para escrever esse post, eu sei. Mas é que faz tempo busco um tempinho para poder me dedicar a escrever sobre aquilo que eu queria. E hoje eu quero falar sobre o Outono. Sobre como notei que o Outono chegou…

Foi caminhando pelo parque, quando coloquei pela primeira vez depois de um longo verão, um casaco, e sentia aquele ventinho frio vir na minha direção, movendo os meus cabelos. Naquele momento sentia que fazia frio.

Mas a consciência do Outono veio logo depois. Quando olhei para uma das minhas árvores preferidas no parque e vi a mudança de cor nas folhas. Aquela árvore verde já não era mais verde. Estava vermelha, amarela, com aquelas cores de outono que durante muito tempo só apreciava nos filmes americanos no cinema.

No Brasil, lembro-me bem que nunca via as cores do Outono. Até porque nosso Outono nunca foi um Outono. Não que ele fosse pior, mas tem uma diferença marcada entre um Outono de um país tropical e um Outono em um país europeu. O primeiro é o quão marcado pode se dar essa mudança de tempo.

Em Curitiba

Eu que cresci em Curitiba posso explicar muito bem que Curitiba não tem 4 estações do tempo marcadas. Você pode vivê-la todas num mesmo dia. Acordar com muito frio, esquentar muito durante o dia e à noite chover como se não houvesse amanhã. Sim, quem quer enlouquecer com o tempo eu sugiro que passe uma temporada em Curitiba e descubra o nosso tempo louco e desenfreado.

Bom, agora no Brasil está começando a Primavera, quem sabe a estação preferida de muitos. Eu sinceramente gosto muito do Outono… da chuva e da possibilidade de ficar em casa. Os dias já não são tão longos e só o fato de esfriar, muita gente parece render-se ao sofá e preferir passar uma tarde lendo.

Com a vida tão agitada que levamos, como esse corre-corre do dia-dia, passo muitos dias do ano rezando para que seja Outono, para que chova e para que faça frio. Passo muitos dias do ano desejando dizer não a muitos convites e passar uma tarde lendo no sofá.

E o outono parece que nos autoriza a dizer isso. Ninguém lhe questiona se realmente faz frio, se realmente o dia tá feio, e que você realmente está cansado. Com um dia com esse, muitos até dizem que você merece estar o dia todo na cama fazendo o que bem entender. O outono outorga…

É por isso que eu gosto tanto dessa estação. Mais que nada é uma estação em que posso escrever muito, ler muito e estar no meu cantinho sem a necessidade de me justificar. Ir pra balada – que nada; o melhor é um chocolate quente com churros. Sair com os amigos; ok mas no cinema. Tomar um cerveja?! – NUNCA- outono pede vinho. E pede queijo, filme, coberta, e livros; livros e livros.

Van Gogh – Autumn Garden

E aqui estamos de novo o Outono e eu… em plena lua-de-mel. Pena que só dura três meses. Vou dar um passeio no parque com o meu livro e ver se a árvore segue igual.