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Grazie O.G. Ugolotti! PanHoramarte nel ‘Sentieri tra lo Scibile’

Mia moglie sembra un’artista’.

La rivista bimestrale italiana ‘Sentieri tra lo Scibile’, Genova, Italia, raccolta antologica degli autori autogestiti associati, ha pubblicato nella edizione settembre/ottobre, il testo ‘Minha mulher parece uma artista , di Mari Weigert, pubblicato nel sito in aprile, nella versione italiana.

Il testo, che parla sull’età e è stato ispirato in un fatto reale vissuto dalla giornalista, in Italia, legato alle riflessioni  dell ‘Immortalità’, libro di Milan Kundera, è stato tradotto in italiano e pubblicato sulla rivista con lo stesso titolo, ‘Mia moglie sembra un’artista’.

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Ringraziamo

PanHoramarte ringrazia l’editor e coordinatore del ‘Sentieri tra lo Scibile’, il genovese Ottavio Giorgio Ugolotti (ugiot), artista, scrittore, drammaturgo, attore e regista. Tra i suoi libri pubblicati ‘La dinastia della sopravivenzia’. “Interessante è scambiare storie, cronache, saggi, poesie, e così estendere la conoscenza dei nostri prodotti,” ha detto lui, in corrispondenza scambiata con la giornalista. La rivista è il numero 125, e e c’è per  27 anni.

Internet

Sì, senza dubbio Ugolotti, l’internet approssima, soprattutto quelli che amano la stessa espressione artistica – cinema, teatro, letteratura, arti visive.  Le affinità artistiche parlano il linguaggio universale delle emozioni durante la lettura di una poesia, di essere sensibile ad un testo straordinario, godere di una pittura, scultura, o qualsiasi espressione d’arte. Internet è un bello regalo del novecento al mondo moderno, anche se sia poco democratica o a volte offre anche rischio.

Il  biennio settembre/ottobre della rivista pubblica testi di Ferruccio Gemmellaro (La Guerra degli Analfabeti), Maruca Vidal ( Nostalgia), Rita Biggio Casassa (Il vino in Provincia di Genova), Yvonne Mercatelli Rosazza (Quando il sublime diventa farsa) , tra gli altre. Per leggerli è bisogno andare a  Genova o chiedere a Ugolotti via blog.

Trascrivemmo qui uno dei testi  di Ugiot (O.Giorgio Ugolotti) pubblicati nella rivista:

L’età giusta di ugiot

  “Non ho l’età…” cantava una nota canzone di parecchi anni or sono, una canzonetta e niente più, ma mi ritorna troppe volte in mente, specie quando mi accingo a qualche impresa, sportiva persino o sentimentale. Sì, anche sentimentale, perché nessuno ha mai potuto stabilire quale sia l’età giusta per allacciare un rapporto amoroso tra due esseri umani; esseri umani, perché le bestie certi problemi non se li pongono, li risolvono “soltanto” e quando, a loro insindacabile giudizio, è il momento opportuno o il più favorevole.

Noi esseri umani, scusate se pretendo di appartenere anch’io a questa specie, abbiamo la caratteristica di complicarci la vita il più possibile nell’intento, invece, di facilitarcela. E la complicazione maggiore è quella di badare quasi esclusivamente al cosa possono pensare “gli altri” del nostro agire.

Il Giudizio

Quindi, il giudizio se è l’età giusta per avven-turarsi in un qualsivoglia desiderio di fare, non viene determinato dal singolo individuo, ma dal giudizio degli altri. Ed è quasi impossibile evitare di permanere sotto questa cappa di piombo messa insieme da ciò che definiamo, a seconda dei casi, leggi ideologiche, leggi fisiche, leggi di natura o leggi determinate dall’uomo stesso, fattori pressoché astratti che impedi-scono, o perlomeno  non permettono all’indivi-duo di agire con la semplicità animalesca di cui abbiamo già fatto cenno.

Ma torniamo al nostro “non ho l’età”, che ha in me scatenato tutta questa serie di improperi nei confronti delle leggi di branco a cui anche gli esseri umani si assoggettano, o si ribellano, a seconda delle autogiudicate forze, sia fisiche che intellettive.

«Ogni cosa a suo tempo» diceva un vecchio saggio, ma un altro mi avvertiva che le parti di Giulietta  e Romeo vengono interpretate, come veramente le avrebbe intese Shakespeare, soltanto quando gli attori hanno di gran lunga superato l’età fisica per poterle credibilmente eseguire sul palcoscenico.

Una cosa è certa, almeno per quanto mi concerne: non ho più l’età fisica per fare i cento metri in dieci secondi, ma penso di avere ancora quella intellettiva per interpretare, vocalmente, la parte di Romeo e, coi mezzi tecnici di oggi (doppiaggio), potrei dare voce ad una figura fisicamente adeguata “all’età giusta”.

Commedia della vita

Ma giusta non sarebbe, perché artificiosa. Però, se invece di parlare di commedie, si andasse ad indagare come un uomo possa interpretare la vita, ecco che ritorna il problema dell’età giusta. E il protagonista assoluto nella commedia della vita è, ed è sempre stato, uno solo: l’amore o il suo contrario, che spesso non è altro che una degenerazione dell’amore stesso.

L’amore ti accompagna, o perseguita, per tutta la vita, dalla nascita in poi; nell’amore o nella mancanza di esso, ti arrabatti in ogni tuo momento e accendi un falò che dà luce e calore, ma anche il pericolo di ustioni o intossicazioni, al tuo terreno percorso vitale, senza mai porsi il problema se l’età è quella giusta, perché, checché ne dica il mio cardiologo, il cuore non invecchia mai”.

Grazie!

 

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