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Cultura e media sono le armi di una guerra già dichiarata

 

Il  giornalista francese Frédéric Martel, nel suo libro “Mainstream”, presenta al mondo contemporaneo  una nuova modalità di  guerra – quella dei contenuti culturali e dell’ intrattenimento.

Uno straordinario documento di  ricerca che riassume i rapporti del potere tra i paesi della globalizzazione economica “dominanti e dominati”, che si concentra sul  mercato “ della cultura e dello spettacolo”.

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Si tratta di un libro affascinante che spalanca la retroscena delle potenti industrie creative da Hollywood a Bollywood, dal Giappone verso l’Africa sub-sahariana, Al Jazeera in Qatar alla gigante televisa in Messico.

Rende rivelazioni interessanti sulle come le maestose sale cinematografiche da ieri sono diventati in “drive-in”, dopo multiplex  e dal popcorn alla Coca-Cola  negli Stati Uniti, un paese leader  della cultura “mainstream”  – quella di soddisfare a tutti o la dominante.

Martel descrive le strategie americane usate per controllare la cultura di massa in grande parte del libro, quasi  la metà. Rivela i giochi di marketing senza sopperire i sordidi dettagli di come loro gli hanno sacramentati nella mente delle persone l’abitudine di guardare un film mangiando popcorn  e a bere Coca Cola, anche con l’aggravante di stimolare la sete con prodotti come il sale Morton o il famoso burro dorato per indurre il consumo di bibite.

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Scalata dello studio Disney

L’impressionante scalata dello studio Disney  che  è diventato da una negozio indipendente, piccolo, in un maggior conglomerato di media internazionale dedicato al divertimento. L’autore racconta la storia e rivela che l`uomo chiave di questa trasformazione, Michel Eisner,  ha  comandato la Disney come una favola in  che  le zucche  sono diventate in opzione di acquisto di azioni. Questo genio del marketing è caduto perché  non ha saputo  gestire gli  ego creativi che sono minaccianti quando sono maltrattati e quando sono impediti dell’esercizio della loro libertà artistica.

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Cultura dominante

Insomma, il giornalista francese ha iniziato la sua ricerca dal cuore della cultura dominante – Nord America – a dopo arrivare alle principali capitali del divertimento intervistando oltre 1.250 di questi protagonisti delle industrie creative dalla Cina a Bollywood, India, da Qatar, Arabia Saudita al Messico, e nella conclusione esprime la propria preoccupazione per questo movimento affascinante che riceve oggi il rinforzo dall’ internet, anche senza pudore parla della  posizione arrogante dell’ Europa – antimainstream,  sull’ India come un gigante asiatico che più prende l’attenzione e confessa la sua ammirazione al Brasile, “che di tutti i paesi emergenti, è uno dei più appassionanti, dal numero di persone, dall’economia e dalla posizione nella storia.

Sguardo critico
Mainstream è una lettura indispensabile agli uomini del XXI secolo  soprattutto i giovani e i professionisti della comunicazione. Se Marshall McLuhan è stato il “Papa della comunicazione” in passato, Frédéric Marguel, che oltre ad un dottorato di ricerca in Sociologia è giornalista, broadcaster e insegnante, è il nuovo “guru” del mondo contemporaneo nello studio di “della media e il messaggio.”

La sua ricerca è preziosa perché provoca una riflessione sugli interessi economici senza limiti nel segmento culturale e la forza dei mezzi di comunicazione. Il popolo, le masse, questi semplici mortali sono solo burattini in questa storia. “I nuovi  paesi emergono con suoi mezzi di comunicazioni e intrattenimento di massa. L’Internet moltiplica questo potere  per  dieci. Tutto si accelera.  inIndia, In Brasile, nell’Arabia Saudita, si lotta per il dominio della web e per la vittoria nella battaglia di ‘soft power’ .Tutti vogliono controllare le parole, immagini e sogni “.
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